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"Nell'"Ultima Arca" di Marcia Theophilo c'è una barca che attraversa i fiumi dell'Amazzonia ma non è l'arca. Semmai è proprio quella barca piena di uomini a rendere necessario di nuovo il ricorso alla mitica imbarcazione di Noè da parte dei pochi "animali" che sono degni della salvezza. Trasporta gli "americani", chi sta in alto, gli invasori, coloro che sfruttano le risorse della natura fino al loro totale consumo in nome dello sviluppo... Il titolo minaccia con due parole molto eloquenti: sarà per l'ultima volta: non sarà offerta più un'altra occasione. Non so quasi nulla della letteratura brasiliana classica o moderna, immagino che sia ricca la letteratura locale o mondiale sull'Amazzonia, e allora mi limito a indagare nel poema di Marcia Theophilo. C'è sotto gli occhi la sua poesia, versi che dicono una cosa ma richiamano dieci interpretazioni. Sono tutte benvenute, tutti convengono da ogni vicenda individuale in questo luogo devastato per resuscitare una condizione che non è il passato, bensì il bensì il presente, se si sa vedere e udire." Dalla prefazione di Walter Pedullà